Uno dei più affascinanti testi di Dostoevskij. Siamo in grado di esercitare la cura? Di essere padri, maestri, guide? Un adattamento di Davide Carnevali che è un viaggio tra il sogno e la realtà. Nel corso della vita capita di rendersi conto che l’immagine che ci siamo scelti, o che desideriamo per noi stessi, ci guardi dall’alto e ci costringa, come imputati, alla sbarra di un processo che decidiamo di autoinfliggerci. Quanto c’è di obiettivo nei nostri giudizi su noi stessi? Quanto è frutto del contesto in cui siamo immersi? La mente è un costante interrogatorio sul peso dei sensi di colpa per le scelte sbagliate, negative o positive, reali o immaginate della nostra vita.
Il filo della Stagione: Tra gli ultimi spettacoli della stagione, proponiamo un classico di Dostoevskij che entra in dialogo con Inizia con la lettera A, Chi resta, Never Young e tutti gli spettacoli che si sono interrogati sul significato dell’eredità. L’eterno marito indaga il senso di frustrazione, attraverso un classico della letteratura mondiale in cui l’Angelo è un severo giudice interno.
Note
da Fëdor Dostoevskij libero adattamento Davide Carnevali regia Claudio Autelli con Ciro Masella e Francesco Villano